Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVII – 25 gennaio 2020.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Traumi infantili quali causa di disturbi mentali gravi in età giovanile. Uno studio condotto da Jacqueline Stowkowy e colleghi, che ha stimato la prevalenza di base, l’impatto percepito e la durata del trauma in età evolutiva in un campione di 243 giovani, ha poi indagato i possibili rapporti fra l’esperienza negativa precoce e lo sviluppo di disturbi mentali entro i 25 anni di età.

 Dei giovani con conseguenze psicopatologiche, 43 sono stati considerati in stadio 0, in quanto non richiedenti aiuto; 52 richiedevano aiuto e presentavano un basso grado di ansia e lievi sintomi depressivi (stadio 1a); ben 108 giovani avevano sintomi non molto marcati di psicopatologia grave, quali disturbo bipolare e varie forme di psicosi (stadio 1b). I giovani sintomatici avevano esperito maggiori traumi ed episodi di bullismo di quelli non sintomatici; gli affetti da prodromi dei disturbi mentali più gravi (stadio 1b) avevano subito abusi fisici di un grado più elevato, e la loro esperienza come vittime di bullismo aveva avuto una durata temporale maggiore e un impatto più esteso sulla loro vita.

Tali esiti suggeriscono un importante rapporto concausale del trauma nello sviluppo di disturbi in età adulta; ma saranno necessari altri studi, con differenti metodologie, per chiarire le complesse interrelazioni fra trauma precoce, psicologia e psicopatologia delle epoche successive della vita. [Stowkowy J., et al. J. Nerv Ment Dis. - Epub ahead of print doi: 10.1097/NMD.0000000000001069, Jan. 2020].

 

Nuovo biomarker dell’atassia cerebellare paraneoplastica: mGluR2-Abs. Raquel Ruiz-Garcia e colleghi di un gruppo di ricerca spagnolo hanno identificato, in due pazienti affetti da atassia cerebellare paraneoplastica (ACP), un nuovo biomarker costituito da anticorpi neuronici di superficie contro il recettore metabotropico del glutammato mGluR2. Gli anticorpi mGluR2-Abs esercitano il loro effetto patogeno con un meccanismo diverso da quelli consueti, consistenti nella riduzione dell’espressione genica e nell’internalizzazione dei recettori. [Cfr. Ruiz-Garcia R., et al. Neurol Neuroimmunol Neuroinflamm. 2020. PMID 31826987].

 

Agendo sui recettori degli endocannabinoidi si può prevenire il disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Il PTSD, il più grave disturbo che può seguire all’esposizione a una circostanza traumatica, è caratterizzato da una persistente alterazione della regolazione dei sistemi dello stress, con iperattivazione dell’amigdala. Farhana Yasmin, Roberto Colangeli e colleghi hanno rilevato che la somministrazione, durante un breve episodio traumatico, di un composto che innalza il livello di un ligando dei recettori CB1 dei cannabinoidi inibisce nel ratto lo sviluppo della risposta da stress dell’amigdala immediata e a distanza. [PNAS USA – AOP doi: 10.1073/pnas.1910322116, Dec 16, 2019].

 

Possibilità della neurogenesi da astrociti riprogrammati nel cervello dell’adulto. La ricerca finalizzata all’impiego di neuroni neoprodotti nel cervello adulto per reintegrare le cellule perdute a causa di malattie neurodegenerative e danni cerebrali o per contrastare la disfunzione cognitiva dovuta alla senescenza cerebrale prosegue. È possibile avere nuovi neuroni da cellule staminali, da progenitori neurali pluripotenti e da cellule gliali, quali gli astrociti. Le cellule dell’astroglia devono essere “riprogrammate” epigeneticamente per diventare neuroni, secondo un processo che avviene naturalmente in vivo, ma che è stato riprodotto mediante trattamenti artificiali esogeni. Una ragione importante per lo studio della riprogrammazione astrocitaria è la localizzazione ubiquitaria di queste cellule della glia, in contrasto con la limitazione topografica alle tre sedi (parete ventricolare, giro dentato e bulbo olfattivo) di neurogenesi adulta.

Brian B. Griffiths e colleghi hanno esaminato tutte le più recenti ricerche sulla neurogenesi da conversione di astrociti post-mitotici, hanno dettagliato le vie genetiche ed epigenetiche che regolano questo processo e hanno discusso, in uno studio in corso di pubblicazione, la possibile rilevanza clinica dell’integrazione con neurogenesi astrocitaria di terapie basate su neuroni derivati da cellule staminali. [Cfr. Griffiths B. B., et al. Adult Neurogenesis From Reprogrammed Astrocytes Neural Regen Res 15 (6): 973-979, 2020].

 

Presentata la XVII Conferenza Internazionale di Neuroscienze e Biopsichiatria su Stress e Comportamento. L’evento annuale, organizzato dalla International Stress and Behavior Society, si terrà il 22 giugno 2020 a Miami, in Florida, presso l’Hotel “Holiday Inn Miami Beach – Oceanfront” e vi parteciperanno scienziati e psichiatri provenienti da tutto il mondo, per condividere le più recenti acquisizioni sui disturbi cerebrali indotti da stress nell’uomo e negli animali. Termine ultimo per l’invio dell’abstract è il 30 di aprile, ma sarà possibile iscriversi fino al 21 giugno. [SNN-BM&L Events & Conferences 2020].

 

Disturbi d’ansia scatenati dagli incendi catastrofici che stanno distruggendo l’Australia. Incendi che, a causa dei cambiamenti climatici, da circoscritto evento consueto si sono trasformati in un inarrestabile incubo che da settembre ha visto la morte di oltre un miliardo di animali, inclusi migliaia di esemplari di specie protette come i koala, la distruzione di 8 milioni di ettari di boschi e di oltre duemila case nel Nuovo Galles del Sud, con lo sviluppo di un fumo che percorre 12 mila km e si vede apparire nei cieli di Cile, Argentina e Brasile. A Sidney si sono raggiunti i 48 gradi. I report e le immagini, che nei notiziari quotidiani sembrano annunciare eventi disastrosi e un’imminente catastrofe planetaria, hanno innescato reazioni ansiose acute anche gravi in numerose persone in Italia. Questi casi di sofferenza acuta da stress per eventi che accadono nell’emisfero australe devono far pensare a cosa accadrebbe nel caso di un disastro ambientale nel nostro continente. [SNN-BM&L NeuroNews 2020].

 

Il 2020 come anno della sensibilizzazione nazionale sui tumori cerebrali infantili. La Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life Italia” ha indicato il 2020 quale Anno della Sensibilizzazione, dell’Informazione e della Conoscenza dei Tumori Cerebrali Infantili, allo scopo di ottenere maggiori finanziamenti per la ricerca, maggiore attenzione diagnostica e migliori trattamenti, per ridurre la mortalità dei bambini ancora tragicamente elevata per questa causa.

Nell’infanzia e nell’adolescenza i tumori primari del sistema nervoso centrale (SNC) sono al secondo posto per malignità dopo le leucemie; i tipi di neoplasia più frequenti sono i gliomi, i craniofaringiomi (tumori della tasca di Rathke), i tumori embrionali, inclusi tumori neuroectodermici primitivi e lo stesso medulloblastoma. La diagnosi precoce è di importanza capitale per l’efficacia del trattamento e, in particolare, è necessaria una corretta identificazione istologica per decidere il piano terapeutico specifico. Gli errori e le omissioni nella diagnosi del tipo tessutale e cellulare costituiscono ancora un grave problema per la prognosi quoad vitam; per questo è necessario sensibilizzare i pediatri, i neuropsichiatri infantili e tutti gli altri specialisti che partecipano all’iter diagnostico, circa la necessità di un lavoro tempestivo ed efficiente per tentare di salvare la vita di questi bambini. Purtroppo, in molte aree del mondo, un atteggiamento fatalista e rinunciatario, ereditato da un passato in cui vi erano poche possibilità terapeutiche, continua a penalizzare bambini già sfortunati per la grave patologia che li ha colpiti. [Cfr. Elena Cojocaru et al. Update in Pediatric Primary Brain Tumors – From Histology to Genetically Defined Tumors Romanian Journal of Morphology and Embriology 2066-8279, 3 Dec 2019].

 

Qualche integrazione sul “Luogo delle Virtù” da una discussione al Seminario sull’Arte del Vivere. In una discussione sul saggio “Il tempo e il luogo delle virtù”, pubblicato nelle “Note e Notizie” dello scorso 14 dicembre 2019, sono stati proposti alcuni riferimenti storici interessanti che possono costituire – come osservato dalla stessa autrice del saggio – delle integrazioni al testo.

Vi è stato un periodo del Medioevo – parola coniata da Francesco Petrarca e donata agli storici di ogni paese ed epoca – in cui la virtù ebbe il suo luogo d’elezione nelle sedi delle università, ovvero dove si sviluppavano gli studi della massima concezione possibile all’intelletto umano, con vocazione universale e senza limiti di appartenenza territoriale o politica.

Il miglior modo di esercitare le virtù si ritiene nasca dalla fede che cerca l’intelletto: Anselmo d’Aosta, prima abate del Bec e poi arcivescovo di Canterbury, con il motto fides quaerens intellectum fonda la Scolastica, ossia la grande impresa che cerca di conciliare l’uso della cognizione secondo la tradizione della logica greca col pensiero fideistico.

Nel Duecento esistono università solo in Italia, Francia, Inghilterra e Spagna. I quattro più celebri docenti universitari della Parigi duecentesca erano uomini di provate virtù morali: San Tommaso d’Aquino, San Bonaventura da Bagnoregio, l’Inglese Alessandro di Hales e il Tedesco Alberto Magno.

Non si vuole che il massimo livello di studi sia un altro dei privilegi dei nobili e delle classi agiate, ma sia una possibilità per tutti di mettere a frutto i talenti d’intelletto nel modo migliore possibile, avendo l’opportunità di farsi allievi dei migliori maestri e di divenire a propria volta insegnanti del metodo e delle nozioni che costituiscono le principali branche della conoscenza. Non sono pochi in Italia i prelati che organizzano l’aiuto economico per studenti poveri. A Parigi il canonico Robert de Sorbon dispone borse di studi che assicurano l’alloggio e l’istruzione in un collegio da lui fondato a metà del Duecento per la preparazione dei giovani non abbienti; da questo collegio sorgerà la Sorbona di Parigi. La maggior parte dei professori universitari, che nel 1100 era ancora costituita da intellettuali nobili o borghesi che vivevano del danaro versato dagli studenti, era costituita nel Duecento da chierici che avevano ricevuto solo gli ordini minori e proponevano, con le nozioni e i ragionamenti della propria scienza, il modello di una condotta virtuosa nell’imitazione di Cristo.

Tra il XII e il XIII secolo la cultura medievale aveva raggiunto un alto grado di armonia tra fede e scienza, nel quadro della virtù salomonica della sapienza, intesa quale facoltà umana sostenuta dal volere divino. Secondo Jacques Le Goff, fu da questo equilibrio che nacque in Europa la tradizione della ricerca virtuosa di un rapporto di buonsenso tra cuore e ragione.

Ha base di virtù morale anche l’ottimo insegnamento delle scienze ad imitazione delle arti fiorentine del quadrivio, che si sviluppa in Inghilterra ad Oxford e Cambridge. Se nel Tre e Quattrocento si assiste alla nascita di università in tutta Europa, non vi è però più la convinzione condivisa che tali istituzioni siano sede privilegiata per coltivare e sviluppare virtù morali oltre che conoscitive. Infatti, già nel 1270 e nel 1277 il vescovo di Parigi, città che era considerata il centro teologico della cristianità, aveva condannato una lista di opinioni professate dagli universitari; poi, col crescere dell’indipendenza, si andò creando una distanza quasi incolmabile fra esponenti religiosi e laici del sapere.

Il Grande Scisma del 1378, che divide la Chiesa e tutta l’Europa cristiana in due fazioni seguaci di due papi rivali, determina conseguenze nelle università e nel giudizio sul valore virtuoso dei docenti: chi appartiene a una università che ha riconosciuto un papa non potrà frequentare una università che ha riconosciuto l’altro e, naturalmente, i protagonisti di una fazione considerano “cattivi esempi” quelli della fazione opposta.

Da quel tempo in avanti, i docenti universitari sono in genere più vicini al modello di virtù greco-romana dell’areté, che a quello cristiano del Servo Sofferente di Jahvé.

Con un salto diacronico di molti secoli, dal Medioevo al Novecento, è stato proposto il concetto di virtù ricondotta nel luogo della Chiesa, estraendolo da un saggio di Hannah Arendt: Angelo Giuseppe Roncalli: un cristiano sul trono di San Pietro dal 1958 al 1963. La Arendt, ebrea tedesca sfuggita alla persecuzione di Hitler e autrice di biografie di personaggi del calibro di Bertolt Brecht, Rosa Luxemburg, Karen Blixen e Walter Benjamin, approccia con laica irriverenza la figura di Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, sottolineando la forza della sua umiltà in contrasto con l’apparente autostima narcisistica di molti principi della Chiesa, e spiegando che la sua era vera virtù cristiana: “Egli aveva realizzato il suo desiderio, raccomandato da Tommaso da Kempis nella sua Imitazione di Cristo, uno dei suoi libri preferiti, «di essere sconosciuto e poco stimato», parole che sin dal 1903 aveva eletto a suo motto”[1].

 

Notule

BM&L-25 gennaio 2020

www.brainmindlife.org

 

 

 

                                                                                                 

 

 

 

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[1] Hannah Arendt, Il Papa cristiano, p. 41, EDB, Bologna 2013.